2052 TAM TAM A.S.D. vs. MVP BASKET PIANEZZA 62-61 – WIN!!!
Dom 01/05/2022 21:15
Palestra Comunale – Via Balla 13 – TORINO
Partita difficilissima al PalaAlvaro contro Pianezza, con finale rocambolesco risolto da Cibra con due fantastici tiri liberi, per una vittoria allo scadere al cardiopalma! Bravissimi tutti, e complimenti al nuovo Coach Nicolò per la sua prima vittoria con la Promo, che sarà sicuramente prologo di tanti altri successi!!
Più avanti in questa pagina troverete statistiche e foto, e post su Instagram, ma prima ha la precedenza assoluta il bellissimo “pezzo” del nostro giornalista privato Ian!!!
Quanto conta il nostro gioco?
Capita – penso sia capitato a tutti – che una volta abbandonato il basket delle giovanili, sempre più spesso ci si senta dire dagli amici, dai genitori, dalle ragazze: “di’ un po’, ma perché lo fai? Perché continui a giocare a basket? Esci con noi, fregatene, è solo un gioco. Mica sei in Nba no? Salta qualche volta”.
E noi, quando la mattina ci svegliamo con le gambe indolenzite, le dita o le caviglie fasciate, morti di sonno nelle aule universitarie o liceali, ogni tanto ci chiediamo: “già, perché?”. E quando tutti sono a riposarsi, a festeggiare, a godersi un aperitivo, una pizza, un cinema, e noi abbiamo risposto, come sempre, “non posso, ho allenamento” – ecco che quella vocina ritorna, insidiosa, sibillina, a sussurrarci “perché lo fai?”.
La vittoria di ieri sera è la risposta a tutti questi perché.
Non è mai facile raccontare una storia – o, come in questo caso – una partita, soprattutto quando ci si è dentro, eppure, allo stesso tempo, è il miglior privilegio che esista. Tutti gli amanti delle statistiche, dei parziali, delle finezze tecniche e tattiche, che sto certamente annoiando, possono smettere di leggere. Questo articolo non nasce – solo – per essere la cronaca della gara, ma per parlare della stagione, non ancora conclusa, di questa Promozione (affettuosamente soprannominata da Coach Antimo “El equipo del pueblo”), passata un po’ troppo sotto silenzio.
La partita è stata un concentrato di tutte le cose che ci si aspetta dalle Minors: punteggio bassissimo, giocate e ribaltamenti da Eurolega misti a erroracci tecnici e tattici, sali-e-scendi di emozioni da serie tv Netflix, parziali fatti e parziali subiti, momenti multisport (boxe-lotta grecoromana-calcio fiorentino-karate-danza classica-judo-pallavolo) e momenti di basket, quello vero.
Poi. Gli attimi finali, vissuti con il fiato sospeso, sono degni della notte degli Oscar. I granata, sopra di due a venti secondi dalla fine, fanno fallo su un tiro da tre punti: cala il silenzio sul Pala Alvaro. Subito dopo è l’inferno: grida, battiti di mani, fischi, tutto per distrarre il numero 7 avversario che, imperturbabile, fa 3/3 dalla linea della carità. Gelo.
Cinque secondi dalla fine, rimessa a favore nella propria metà campo: i tamburi eseguono alla perfezione il gioco disegnato da Coach Nick Santomauro, palla sotto a Cibrario, movimento verso il centro, fallo, due tiri liberi.
Cibrario viene da un sanguinoso 0/2, ma si avvicina alla linea senza tremare. Segna il primo ed è uno scrosciare di applausi. Tira il secondo. Solo rete. Il perfetto 2/2 porta quindi i granata in vantaggio 63-62. Il tiro della disperazione di Pianezza scodella pericolosamente sul ferro ed esce, garantendo la vittoria ai tamburi. Sulle tribune è il caos. Chi grida, chi urla, chi piange. Zanello consuma i bicipiti per suonare la trombetta, la folla è in delirio.
Vittoria.
Tutti da Egy One a mangiare il kebab.
Sipario.
Ma, come detto, non è solo la storia di una partita, è la storia di un gruppo. Perché questa bella vittoria è solo la microscopica punta – e i liberi finali di Cibrario sono il fiocco di neve appena caduto – di un gigantesco iceberg interamente nascosto dall’acqua, invisibile a tutti.
Chi legge i tabellini o viene a buttare un occhio in palestra, vede solo il punteggio finale. L’atto conclusivo disegnato dalla traiettoria del pallone.
Ma è molto più complicato di così, molto più bello.
Vedendoci correre su e giù per il campo, si ha l’impressione di vedere una Squadra, con la S maiuscola. Un gruppo compatto e solido, che gioca insieme da sempre.
Invece no. Prima di settembre 2021, questa Promo non si era MAI allenata insieme. C’era il gruppo storico 2001-2002, c’erano i nuovi innesti Borra e Digilio, c’erano Cibrario e Serafini reduci da una vincente esperienza con la serie D allenata da Coach Cesano, c’eravamo io e capitan Fiorito, che abbiamo vissuto tante stagioni tra la D e la Promo con la casacca Tam Tam sul petto.
Tanti singoli, tanti gruppetti, tante esperienze diverse. Due terzi della squadra alla prima esperienza in un campionato Senior. Sembrava un po’ il primo giorno di liceo, quando cerchi di capire dove ti trovi, cosa farai, chi sono quelli bravi, di chi puoi fidarti.
Non è stato un percorso facile: da gruppo assemblato alla bell’e meglio, senza esperienza, a una squadra che è ancora in lotta per i playoffs.
Come dicevo, quasi tutto l’iceberg è nascosto.
Perché nessuno vede la passione e lo sforzo di Cibrario nel tirare ancora e ancora quei liberi ad allenamento finito, sapendo che è in un momento in cui non è preciso come al solito. Perché in pochi sanno degli sforzi di Fiorito e Serafini, che in un lungo e complesso momento di emergenza hanno sostituito l’ex Coach Riolfo in palestra durante la settimana.
Perché nessuno sa quanto Giampaolo, Spinnicchia e Carena, che ieri hanno infiammato gli spalti con una smitragliata di triple nel terzo quarto, provino e riprovino quei tiri in movimento. Stesso discorso vale, ovviamente, per gli arresti-e-tiro di Palma e Gaudino. Per le penetrazioni di Borra.
Nessuno vede la voglia e la tenacia di Ranzani, Cantamessa, Digilio, Bonafortuna, Rolando, Bianco, che ogni allenamento sono lì, presenti, per imparare, per lottare, per conquistarsi i minuti.
Nessuno sa cosa voglia dire far parte di un gruppo così ed essere uno dei pochi senior nonostante la giovane età, dover lottare in campo e fuori, fare tutto quel lavoro operaio di difesa, rimbalzi, ribaltamenti, che non compare sul tabellino, prendendo i tiri giusti (e poi scrivere pure gli articoli).
Questo è il lavoro fatto da qui a settembre, il lavoro che ci rende dei potenziali candidati ai playoffs e ci consente di vincere partite come quella di ieri, ribaltando il risultato dell’andata.
E ogni domenica, che si vinca o che si perda, arriva il premio più grande: sentire ad ogni canestro gli applausi e le urla di tutta la tribuna, sempre più gremita di amici e parenti. Questo è il vero premio, la vera benzina nei nostri motori. Vedere che questa storia appassiona non soltanto noi, che siamo i protagonisti, ma riesce a divertire e appassionare un pubblico molto più vasto, che dedica tempo, fiato ed emozioni ai nostri sforzi, alle nostre vittorie.
Per questo “equipo del pueblo” è un nome perfetto.
E quindi, “perché lo fai?”.
Stasera arriveremo col borsone in palestra, un po’ ammaccati ma felici, perché vogliamo provare a scrivere un altro pezzetto di quella storia, per arrivare a domenica prossima pronti e chissà, magari diventare la Cenerentola dei playoffs. Per sentire di nuovo le grida e gli applausi, e sentirsi per un istante su un campo Nba.
Ecco perché lo faccio. Ecco perché lo facciamo!